mercoledì 6 marzo 2013

Carta prepagata: se ve la scaricano su Internet, chi paga?



Nell’era di Internet e dei pagamenti elettronici può capitare che qualcuno utilizzi la nostra carta, pur non avendola fisicamente in mano. E’ successo ad un consumatore di Parma che un bel giorno ha scoperto che sul conto della sua carta prepagata mancavano 400 euro. Senza che lui se ne fosse accorto e senza che avesse mai smarrito la carta, né rilevato il proprio codice segreto a terzi, qualcun altro aveva fatto acquisti al posto suo su un sito Internet mai visitato dalla vittima. Dopo l’infelice scoperta, il titolare ha bloccato la carta prepagata ed ha comunicato l’accaduto alla sua banca, la quale gli ha negato il rimborso. Grazie all’Arbitro Bancario Finanziario il consumatore ha riavuto i suoi soldi.

Confconsumatori ci racconta com’è andata la storia: nonostante la denuncia alle autorità locali, l’intermediario finanziario ha negato il rimborso del cliente, ritenendo che i siti attraverso cui erano avvenuti i pagamenti fossero da considerarsi “sicuri” e ritenendo il titolare unico responsabile dell’accaduto per non aver garantito la necessaria diligenza e prudenza nella custodia della carta e dei codici segreti.
Il consumatore si è così rivolto a Confconsumatori che ha attivato subito l’Arbitro Bancario Finanziario. Al cittadino è stato riconosciuto il diritto al rimborso delle somme sottratte in modo fraudolento e non autorizzato da ignoti dedotta unicamente la franchigia, riconosciuta in casi analoghi dall’indirizzo interpretativo fornito dallo stesso Arbitro Bancario Finanziario. L’Arbitro ha riconosciuto la responsabilità dell’Istituto per non aver ancora recepito l’indirizzo interpretativo in materia di utilizzo fraudolento online di carte prepagate. “La decisione dell’ABF si colloca nell’ormai consolidata giurisprudenza dell’organo che già in passato ha deliberato a favore del consumatore in casi simili – dichiara Simona Comelli, legale di Confconsumatori Parma, che ha seguito il titolare della carta prepagata – L’istituto, infatti, ha il dovere di applicare il D. Lgs 11/2010 che obbliga l’intermediario ad assicurare che i dispositivi personalizzati che rendono possibile l’utilizzo di uno strumento di pagamento come le carte prepagate non siano accessibili a soggetti diversi dal titolare dello strumento stesso. In questi casi è bene segnalare all’istituto interessato il prelievo non autorizzato non appena se ne viene a conoscenza chiedendo il blocco dello strumento di pagamento, allo stesso tempo.


Articolo redatto da Help Consumatori

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