Nell’era di
Internet e dei pagamenti elettronici può capitare che qualcuno utilizzi la
nostra carta, pur non avendola fisicamente in mano. E’ successo ad un
consumatore di Parma che un bel giorno ha scoperto che sul conto della sua
carta prepagata mancavano 400 euro. Senza che lui se ne fosse accorto e senza
che avesse mai smarrito la carta, né rilevato il proprio codice segreto a
terzi, qualcun altro aveva fatto acquisti al posto suo su un sito Internet mai
visitato dalla vittima. Dopo l’infelice scoperta, il titolare ha bloccato la
carta prepagata ed ha comunicato l’accaduto alla sua banca, la quale gli ha
negato il rimborso. Grazie all’Arbitro Bancario Finanziario il consumatore ha
riavuto i suoi soldi.
Confconsumatori
ci racconta com’è andata la storia: nonostante la denuncia alle autorità locali,
l’intermediario finanziario ha negato il rimborso del cliente, ritenendo che i
siti attraverso cui erano avvenuti i pagamenti fossero da considerarsi “sicuri”
e ritenendo il titolare unico responsabile dell’accaduto per non aver garantito
la necessaria diligenza e prudenza nella custodia della carta e dei codici
segreti.
Il
consumatore si è così rivolto a Confconsumatori che ha attivato subito
l’Arbitro Bancario Finanziario. Al cittadino è stato riconosciuto il diritto al
rimborso delle somme
sottratte in modo fraudolento e non autorizzato da ignoti dedotta unicamente la
franchigia, riconosciuta in casi analoghi dall’indirizzo interpretativo fornito
dallo stesso Arbitro Bancario Finanziario. L’Arbitro ha riconosciuto la responsabilità dell’Istituto per non aver
ancora recepito l’indirizzo interpretativo in materia di utilizzo fraudolento
online di carte prepagate. “La decisione dell’ABF si colloca nell’ormai consolidata
giurisprudenza dell’organo che già in passato ha deliberato a favore del
consumatore in casi simili – dichiara Simona Comelli, legale di Confconsumatori
Parma, che ha seguito il titolare della carta prepagata – L’istituto, infatti, ha il dovere di applicare il D. Lgs
11/2010 che obbliga l’intermediario ad assicurare che i dispositivi
personalizzati che rendono possibile l’utilizzo di uno strumento di pagamento
come le carte prepagate non siano accessibili a soggetti diversi dal titolare
dello strumento stesso. In questi casi è bene segnalare all’istituto
interessato il prelievo non autorizzato non appena se ne viene a conoscenza
chiedendo il blocco dello strumento di pagamento, allo stesso tempo.
Articolo redatto da Help Consumatori
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