I dati di chi ha pagato in ritardo due rate di un prestito o di un
mutuo non possono essere conservati nei Sistemi di informazioni creditizie
(Sic) per più di un anno.
Le vecchie centrali di rischio vanno
puntualmente aggiornate e devono contenere informazioni esatte. Ad affermarlo è
il Garante Privacy, chiamato in causa da un cittadino che ha ritenuto
illegittima la presenza del suo nominativo in un Sic oltre il temine previsto
dal codice deontologico.
Il cittadino ha mandato, come prevede la normativa, una prima
richiesta di cancellazione direttamente alla “centrale rischi” privata.
Nonostante questo la segnalazione continuava ad essere presente nel data
base della società, cui accedono banche e finanziarie per verificarne
l’affidabilità e la solvibilità prima di concedere finanziamenti.
Per far cancellare la segnalazione di insolvenza dal Sic è stato necessario
l’avvio di un’istruttoria e l’invito del Garante a soddisfare le richieste del
ricorrente. La centrale rischi è stata condannata a pagare al cliente
500 euro per le spese del procedimento.
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