Non vogliamo di certo sostenere che
i finanziamenti a tasso zero non siano convenienti, tutt’altro, a volte servono
davvero e ci mettono in condizione di usufruire di un bene o di un servizio
spendendo meno di quanto avremmo speso con un finanziamento a tasso
convenzionale. Ciò che però occorre sapere quando ci si accosta ad un
finanziamento a tasso zero è che se moltiplichiamo l’importo delle rate per il
numero di mesi in cui ci viene richiesto di pagare, potremmo ottenere in
effetti la stessa somma che ci è stata finanziata, epurata di eventuali
interessi, ma ci accorgeremo che al
momento dell’erogazione ci hanno caricato delle spese sotto la voce
commissioni, spese istruzione pratica e quant’altro che fa si che il finanziamento
non è stato proprio a tasso zero ma quando va bene ad un tasso in qualche modo
agevolato.
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Il tutto lo scopriamo non tanto
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calcolando il TAN, il tasso annuo del finanziamento che in effetti ci risulterà
a zero, ma per scoprire l’”inghippo”
dobbiamo andare a guardare il Taeg, il Tasso Annuo globale complessivo. Qui
scopriremo qualche numero in percentuale che ci da l’esatta misura del costo
del finanziamento.
Ma come funziona davvero il
finanziamento a tasso zero?
Generalmente viene promosso questo
tipo di finanziamento nel credito al consumo. Succede infatti che certi
esercenti o aziende commerciali promuovano la loro merce pubblicizzandola con
la possibilità di pagarla a tasso zero. In effetti, come abbiamo visto, il
tasso è davvero zero, ma le spese che gravano sul finanziamento non sono
altrettanto zero. Resta tuttavia il fatto che se andiamo a calcolarci il costo
del finanziamento ci accorgiamo che ciò che andremo a corrispondere in molti casi
si avvicina veramente al tasso zero e la domanda che ci si fa è come sia
possibile che una società finanziaria ci presti dei soldi elargendoceli ad un
interesse tanto basso? La risposta sta nella strategia di marketing che le
aziende, con le società finanziarie, si sono studiate nel tempo. Tale
situazione si verifica ancor più spesso quando ad esempio ad essere venduta è
un’auto ed il finanziamento a tasso zero è concesso dalla finanziaria della
stessa marca di quell’auto. Che cosa accade? Accade che la finanziaria a fronte
di un piccolo interesse richiestoci ottiene ugualmente la stessa cifra che
avrebbe avuto se non avesse concesso alcun finanziamento a tasso zero, come? Semplice,
facendosi riconoscere dal produttore del bene, in questo caso la casa
automobilistica, non il concessionario, uno sconto di una certa rilevanza, lo
stesso che sarebbe stato concesso al cliente se la vettura fosse stata venduta
senza accedere al finanziamento. Infatti, fateci caso, se chiedete un
finanziamento a tasso zero, è probabile che non ritirino l’usato e non vi
facciano neanche un euro di sconto. Insomma, la strategia è buona, visto che
conti alla mano un finanziamento di questo tipo ci costa qualche punto
percentuale di interesse rispetto alla percentuale generalmente a due cifre che
lo stesso finanziamento avrebbe avuto se fosse stato concesso a tasso
ordinario, ma alla fine, paghiamo tutto lo stesso, pur se sotto altra forma ed
in maniera sicuramente più elegante!
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Tuttavia, in base alle nuove disposizioni relative alla
trasparenza entrate in vigore la scorsa estate, tutti gli annunci pubblicitari,
su qualsiasi mezzo siano in circolazione (volantini, internet, spot televisivi,
radiofonici, eccetera), devono esplicitare chiaramente la loro natura
pubblicitaria e devono sempre indicare in che modo il richiedente possa
consultare i fogli informativi relativi ai prestiti pubblicizzati. Il
tasso di interesse applicato, i costi dei prestiti e il valore del
TAEG devono essere sempre presenti nelle comunicazione pubblicitarie e, nel
caso in cui l’importo delle rate sia predeterminabile, deve essere indicato
anche il loro ammontare e la somma totale dovuta dal consumatore. Infine, per
ogni promozione sui prestiti, deve comparire il periodo di validità
dell’offerta stessa.
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