L’attesa estenuante di un Governo (formatosi dopo oltre 60 giorni dalle
elezioni) e la drammatica parentesi legata alle difficoltà dell’elezione del
nuovo Presidente della Repubblica hanno avuto un impatto devastante
sulla fiducia degli italiani nei confronti della situazione economica e sociale
del Paese. Ad aprile l’Osservatorio Findomestic
registra, per la prima volta
nella storia di questo indicatore, un grado di fiducia sotto la soglia del 3:
siamo a 2,88 punti, su una scala che va da 0 a 10 e che ha in 7 la soglia
positiva. A marzo, quando già era chiara l’incertezza determinata dalle
elezioni politiche, l’indicatore era scivolato a 3,18. Ma siamo caduti ancora
più in basso.
Forse (si spera) la fiducia aumenterà, visto il superamento dello stallo
politico con la formazione di un Governo ad ampia maggioranza. Ma ad
aprile, gli italiani hanno perso la fiducia e non solo: la propensione
al risparmio ha subito un contraccolpo analogo a quello del grado di
fiducia. Ad aprile, infatti, soltanto l’11,4% degli italiani si sono
detti pronti, nell’arco dei prossimi 12 mesi, ad incrementare i propri risparmi.
A marzo, erano il 15,4%.
Ed anche il campione preso in esame dalla rilevazione ha ridefinito
i parametri reddituali con cui individuare le fasce di povertà:
mediamente sotto i 1.350 euro percepiti mensilmente, una famiglia può essere
considerata povera, passando dai 1.200 euro di chi vive da solo ai 1.450 euro
di nuclei familiari composti da 2 o più percettori di reddito con 3 o più
componenti. Il reddito minimo per sentirsi nella media è stimato in 2.100 euro
al mese. Per chi vive solo e deve quindi sostenere spese solo per se stesso la
soglia non supera i 1.650 euro, mentre sale a 2.250 euro per le famiglie
composte da 3 o più componenti e da altrettanti percettori di reddito.
Rispetto
a 5 anni fa (prima della crisi) più di 2 famiglie su 3 (ben il 68%)
ritengono di essere diventate più povere, mentre solo un 4%
è riuscito a migliorare la propria situazione economica. Non si intravedono grossi miglioramenti se si
pensa ai prossimi 5 anni: il 40% degli intervistati ritiene che la situazione
sarà stabile, un altro 40% è invece più pessimista, prevedendo un ulteriore
impoverimento
Sul fronte dei consumi, i grandi elettrodomestici, la telefonia, i tablet e
i prodotti audio\video tengono, facendo segnare piccoli ma significativi
incrementi nelle propensioni di acquisto. Battute d’arresto per
l’arredamento, e per le auto, che il mese scorso avevano fatto registrare dei
timidi segnali di ripresa.
Previsioni di acquisto a tre mesi.
Elettrodomestici: l’articolo continua
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