La questione è di quelle spinose: nell'era di internet, in cui tutti sanno tutto, anche le banche potrebbero essere colpite da “voyeurismo informatico”.
Oggetto di tanta curiosità sarebbero le carte di credito e le informazioni relative ai nostri acquisti che, nel periodo della pubblicità targettizzata, potrebbero fare davvero comodo, in termini di ritorno economico, ai gruppi bancari.
Le banche venderanno davvero informazioni riguardanti i nostri acquisti con carta di credito? Considerando che i gruppi bancari sono sempre i primi a possedere uno storico di notizie a cui nessun altro servizio on line può aspirare – quantità di soldi sul conto e momenti di ristrettezze – le campagne di marketing e le offerte invitanti nel momento di accredito dello stipendio sulla carta di credito potrebbero far concorrenza a servizi come Groupon e LivingSocial. Ad affermarlo è Madeline Aufseeser, senior analyst di Aite Group, ben consapevole della forza che hanno in questo momento i siti di shopping on line grazie alla semplicità di utilizzo e al pagamento facilitato con carte di credito.
Ma siamo davvero sicuri che i dati riservati restino tra le mura dell'istituto o verranno ceduti a società esterne? A chiederselo l'articolo continua
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