Uno dei pochi metodi per ovviare alla stretta al credito attuata dalle banche sembra essere la
cessione del quinto, almeno secondo le rilevazioni del broker online
Prestiti.it. La cessione del quinto, infatti, è un genere di finanziamento
piuttosto peculiare: non solo è accessibile anche a chi è stato oggetto
di protesto ma, essendo obbligatoriamente garantito da una copertura
assicurativa, è preferito anche dalle finanziarie che, in questo caso,
applicano metodi più permissivi per la concessione della somma richiesta,
accordando il finanziamento anche a chi, in passato, ha avuto difficoltà nel
pagamento di rate o prestiti.
Nell’ultimo
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semestre (maggio-ottobre) le richieste di cessione del quinto sono
cresciute di oltre 3 punti percentuali rispetto a quello precedente, arrivando
a rappresentare il 19,8% dei finanziamenti richiesti nel
nostro Paese. A farne richiesta non sono più solo dipendenti pubblici e statali
(23%) ma anche impiegati inaziende private ed addirittura il
14% sono pensionati.
Ad ottobre
chi ha richiesto una cessione del quinto voleva ottenere mediamente
18.500 euro, all’atto della richiesta aveva 43 anni e
intendeva restituire il finanziamento in 6 anni. Come spesso
avviene per il credito al consumo in Italia, la maggioranza dei richiedenti è
di sesso maschile: nel caso della cessione del quinto gli uomini sono il 72% di
chi vuole sottoscriverla. Questa forma di finanziamento ha anche
qualche svantaggio consistente nel fatto che implica, innanzitutto, il coinvolgimento
dell’azienda per cui si lavora (che non sempre viene ritenuta
abbastanza stabile da permettere il prestito), il blocco del tfr –
che viene posto a garanzia del finanziamento – e la sottoscrizione obbligatoria
della polizza vita, che garantisca il rimborso in caso di decesso,
infortunio o licenziamento.
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